domenica 10 ottobre 2010

Mercan Dede Peşrev

Mediterraneo. Mediterraneo di civiltà accatastate. Mediterraneo di aromatiche difese. Mediterraneo del contrappunto. Mediterraneo del tempo che ha durate estensibili, a volte poetiche. Mediterraneo mare di molti deserti. Mediterraneo di sole andate che annegano. Mediterraneo di voyeurs che lo consumano. Mediterraneo mercante e contadino. Mediterraneo che si agita migrando. Mediterraneo. Un agitarsi della differenza che produce ritmia, che genera trance. È trance di comunione. Rotea per raccontare la terra al cielo. Una trance che rotea “tra”. Tra cielo e terra. Tra l’uomo e la vita. È roteare per riconciliarsi con la possenza della vita. Mediterraneo è loop che produce orizzonte, che dà contesto. E ci sono individualità che questo contesto piegano e dispiegano.
C’è un piano in cui siamo immersi: piegare e dispiegare questo piano è ciò che il Mediterraneo ha sempre raccontato. E tramandato.
C’è mediterraneo in Mercan Dede.


Mercan Dede ha la struttura turca di un peşrev: un teslim e tre hane. Il teslim sarà crema di peperoni fatta con 1 cipolla rossa, 1 carota e 1 cuore di sedano tritati e soffritti sino al color oro e non di più. Si aggiungono a questo punto 1 Kg di peperoni gialli lavati e privati dei semi e 1 patata pelata. Quando la patata sarà cotta, passare tutto al passaverdure. L’indigesto se ne và con la rotazione. Aggiungere un bicchiere di latte fresco e amalgamare. Diluire con brodo profumato di verdura sino ad ottenere una consistenza vellutata. Lasciate riposare. Adesso dobbiamo pensare alle altre 3 hane: alici salate affumicate, mediterraneo (nelle persone di nepitella e timo freschi) e beyaz peynir (ma va bene anche la feta). Dissalate le alici nel latte con aglio e basilico per pochi minuti e affumicatele in una pentola in cui avrete posto dei legnetti non avvelenati e una griglia rialzata. Date fuoco ai legnetti, ponete le alici sulla griglia e coprite con il coperchio. Il fuoco diventerà fumo che darà terra alle alici. Da adesso la pentola che avete usato avrà solo questa funzione.
Impastate 2 uova con farina di semola e poco cacao amaro. Energia e ritmo necessari. Lasciate riposare tutto, voi compresi. Sminuzzate le alici e amalgamatele con ricotta, beyaz peynir e il mediterraneo. Spianate a strisce larghe un palmo la pasta, poneteci dei mucchietti di ripieno di alici, piegate e tagliate i ravioli a mezza luna aiutandovi con un bicchiere. Chiudeteli con i rebbi della forchetta. Mentre scaldate la crema di peperoni, cuocete i ravioli in acqua bollente. In un piatto servite abbondante crema di peperoni in cui immergerete i ravioli. Un giro di olio extravergine di oliva, una spruzzata di pepe rosa e di mediterraneo. Nello stereo Mercan Dede, la luce soffusa. Niente incensi.
Assaggiate.
E in bocca si avrà un roteare costante di peperoni che si piegherà sulle alici e poi sul beyaz peynir e poi sul mediterraneo per dispiegarsi di nuovo come peperone. E ripiegarsi. E dispiegarsi. Con un mano volta al cielo ed una alla terra.

Le quantità? La trance non si riceve, si conquista sperimentando. È sapienza, non conoscenza. A voi la gioia di sperimentare.

Con sapore
Biso


Pubblicato sul numero 3 di Palascìa. L'informazione migrante

1 commento: