martedì 23 aprile 2013

fuoco nomade 2013: la lettera bucata







La lettera bucata
Territorio: causalità, simultaneità

terzo incontro di fuoco nomade 2013

« [...] Questa esperienza lo portò a vedere ogni scritto compiuto come una lettera a cui mancava una frase: come una lettera bucata. Come una poesia con un verso mancante.  E cominciò ad aggiungere capitoli a libri, versi a poesie, strofe a canzoni. Le poesie che più amava erano quelle cui mancava un verso. Poi imparò che a tutte le poesie manca un verso: è il verso che noi dobbiamo aggiungere. E quando non gli bastavano le parole, ne inventava. Diceva che la vita non è adeguarsi, ma ampliarsi. Il problema dell’io non è quello di dissolversi, ma quello di ampliarsi. Il problema della ragione non è dissolversi, ma ampliarsi. Il problema della disciplina non è dissolversi ma ampliarsi. Il problema della tradizione non è dissolversi, ma ampliarsi. Dare senso è ampliarsi. Così aveva vissuto: aggiungendo se stesso alla storia che lo trasportava. Aveva vissuto avendo per orizzonte una lettera bucata [...] »

Admir Shkurtaj (pianoforte, fisarmonica, oggetti e suoni)
Biso (sapori)

presso Foyer dei Cantieri Teatrali Koreja, Lecce
martedì 23 aprile, ore 20:30

La forma sarà quella di una cena che lasci aperto uno spazio per le incursioni dell’atto creativo dell’ospite. Ogni volta sapori, suoni, colori, profumi, consistenze nasceranno dall’incontro con un compagno di passeggiate diverso. Passeggiate reali. La speranza è quella di produrre nel dialogo e nella relazione un atto poetico unitario di cui essere tutti partecipi.
Un atto poetico in cui ci sia continuità tra sapori, gesti, segni, voci, suoni, consistenze, profumi.

Le cene/atto creativo verranno ospitate e apparecchiate nel foyer dei Cantieri Teatrali Koreja a Lecce.

info e prenotazioni:
info@cucinameridiana.com
info@teatrokoreja.it
tel. : +39.0832.242000
+39.0832.240752


Admir Shkurtaj, il riformatore albanese
di Mauro Marino
La prima volta che l'ho visto su un palco fu molti anni fa, primi anni Novanta, quando i Ghetonìa di Roberto Licci e Salvatore Cotardo avviarono la "rivoluzione"... Admir Shkurtaj era da poco giunto in Italia, in Puglia, con la prima Albania che tornava ad abitare nel Salento approfittando e favorendo i capovolgimenti del Mondo. Pochi ricordano, presi a far "storia" con gli scampoli delle cronache, ma molte cose iniziarono, anzi ri-iniziarono, con la testardagine dei "calimeresi" che, presi dal desiderio greco dell'andare avanti rimanendo affezionati al sè (che non è sempre e solo la Radice) da buoni esecutori e ascoltatori di suoni si misero a far sintesi, ed ecco, che vennero le prime innovazioni sulla scena della musica popolare di casa nostra: un albanese attrezzato di fisarmonica e una donna messa in front-line (magari con giubottino di pelle rossa, era Emilia Ottaviano) non a decoro coristico e a supporto della voce dellu masculazzu... et voilà la strada era aperta e via...
Insomma, la chiave, la sostanza, a mio modesto avviso, è in quel giovanotto ombroso e taciturno che aprì alla contaminazione, anzi no, meglio: ad un sentire comune che faceva spazio alla sensibilità dello "straniero" per far musica.
Nei Ghethonìa del tempo c'era già il sassofono del su citato Cotardo che appena poteva svisava in morbidezza nell'incanto di "fughe" che, alle parole, prestavano il paesaggio, lo sfondo, l'inquietuzine del jazz. Materia aperta quel far musica capace di sintesi, una formazione colta che, sull'onda lunga del la ricerca folklorica era pronta ad accompagnare il Salento verso il valico di fine Novecento.
Molto era stato compiuto e tanto sarebbe accaduto... Di quel tanto... molto è dovuto a Admir Shkurtaj...
Un gusto musicale, quello della sua terra d’origine fatto, di aperture corali, di scelte ritmiche, tonali e armoniche che molto concedono alla danza, alla coralità ma con Admir giunge in Salento anche l'impronta di una  cultura musicale capace di alta formalizzazione. Quella elaborata "paraticando" il rigore dei Conservatori Musicali d'oltreadriatico... lì non era uno scherzo studiare, fare arte. Disciplina e osservanza ci volevano, per servire il popolo ma anche per far rifugio al sentire dissidente. Non è sempre stata l'arte la prima ad agire il cambiamento? Lo sapevano anche loro nei Conservatori e nelle Accademie d'Albania studiando, studiando si prparavano... Lo sapeva Admir Shkurtaj che con quel groviglio di cognome (che prima d'impararlo a scriverlo...) partì e fu per noi un dono.
Adesso dopo tante esperienze lui - "talea" che ha fatto impianto - matura "Mesimér" un solo al pianoforte, accolto e prodotto da Anima Mundi (e da chi altri se no?). "Il mio primo amore per la composizione è stato Béla Bartók. - racconta Admir - Se nati e cresciuti in Albania è impossibile non essere legati alla tradizione musicale, a una così ricca tradizione. Abbiamo sempre visto l'infinito nella tradizione. Per quanto cerco di staccarmene e di incoraggiare altre forme di “amore per il suono”, lei appare sempre. Si mimetizza persino nello stridolio della porta arrugginita, nelle gocce d'acqua sulle superfici metalliche, nella somma del vociferare nelle strade. Si possono però intraprendere percorsi dai punti sparsi della propria esistenza. La materia te lo permette. Bisogna solo aprire le orecchie! Le proprie e di chi ascolta".
Non ho ancora sentito il disco mi affido delle note che lo accompagnano e con voi leggo: "Admir Shkurtaj, strumentista e compositore, vive il Salento ormai da vent'anni, tanto da conoscerne profondamente la cultura e da poterla percorrere nei rivoli più sotterranei. Come fa qui attraverso i temi di musica popolare che smonta e ricostruisce suono su suono, con la sua poetica centrata sul “gesto”, sulla “fluidità” del pensiero musicale e sulla “sceneggiatura sonora”. Le semplici melodie assumono di colpo sembianze insospettate, in un viavai continuo di travestimenti e rivelazioni".

 Admir Shkurtaj - Agapimu fidela protiní # 1 e 2
   http://www.youtube.com/watch?v=MwCY-X0C1_0
  Admir Shkurtaj - Aspro to chartí   http://www.youtube.com/watch?v=gu88PGHjiOY   
  Admir Shkurtaj - http://www.youtube.com/watch?v=4k32gIy75a8                                                                                                                                                                 

Admir Shkurtaj - Mesimer
di Salvatore Esposito (blogfoolk)

"Il mio primo amore per la composizione è stato Béla Bartók. Se nati e cresciuti in Albania è impossibile non essere legati alla tradizione musicale, a una così ricca tradizione. Abbiamo sempre visto l'infinito nella tradizione”
, così il musicista e compositore albanese, ma salentino di adozione, Admir Shkurtaj scrive nelle note di copertina di Mesimér, il suo album di debutto come solista, proprio ad evidenziare quel rapporto fortissimo che lo lega alla tradizione musicale della sua terra. Dopo aver iniziato la sua formazione musicale a Tirana, Shkurtaj nel 1991 si trasferisce a Lecce e da allora e ha intrapreso un personale percorso di ricerca che lo ha condotto attraverso lo studio del jazz e della musica contemporanea, passando per gli incroci tra la tradizione musicale salentina e quella balcanica. Proprio lui, infatti, è uno dei protagonisti di quel filone balkan salentino che ha visto in Opa Cupa, Talea e Ghetonìa, le sue massime espressioni. Proprio con il gruppo di Roberto Licci e Salvatore Cotardo, il musicista albanese, imbracciando la fisarmonica, diventa determinante per la caratterizzazione del loro sound, che li vede rileggere la tradizione della Grecìa Salentina attraverso la luce riflessa dei suoni provenienti dall’altra sponda dell’Adriatico. Il suo stile è così permeato dal suono della Terra delle Aquile, come scrive lui stesso: “E’ un fatto quasi inconscio, come scrive lo stesso Shkurtaj: “Per quanto cerco di staccarmene e di incoraggiare altre forme di “amore per il suono”, lei appare sempre. Si mimetizza persino nello stridolio della porta arrugginita, nelle gocce d'acqua sulle superfici metalliche, nella somma del vociferare nelle strade. Si possono però intraprendere percorsi dai punti sparsi della propria esistenza. La materia te lo permette. Bisogna solo aprire le orecchie! Le proprie e di chi ascolta”. Non ci sorprende, così, che per il suo disco di debutto Admir Shkurtaj abbia scelto di condurci nel cuore della sua ispirazione, e per farlo ha utilizzato un semplice pianoforte, selezionando tredici brani ed incidendoli nella Masseria Santa Lucia, nel borgo fantasma di Macurano, nelle campagne di Alessano (Le). Una scelta quest’ultima non casuale tanto per la bellezza e la suggestione del luogo, quanto per l’acustica, che esalta l’evocatività di ogni singola nota suonata. Brani autografi, canti tradizionali e pizziche vengono così destrutturate e ricostruite attraverso i canoni del jazz d’avanguardia e il peculiare stile pianistico del musicista albanese. Durante l’ascolto brillano l’inziale “Hyrie” firmata dallo stesso Shkurtaj, che ci introduce a due immaginifiche variazioni di “Agapimu Fidela Protini”, e alla splendida rilettura di “Aspro To Chartí”, tutte firmate da Salvatore Cotardo e provenienti dal repertorio dei Ghetonìa. Si prosegue con la “Tarantella del Gargano”, e il tradizionale greco “Selfo”, la cui esecuzione è ispirata da una copia de Il Manifesto del 21 gennaio 2012. Si torna al Salento prima con “To To To”, poi con “Comu è Bellu Cu Bai Pe' Mare”, in cui brilla l’ottimo assolo tra le due strofe, caratterizzate da una tonalità diversa da quella della melodia, fino a toccare la bella resa di “Kali Nifta” la cui melodia si apre alle influenze della rumba balcanica. Il vertice del disco è rappresentato da “Pizzica di Santa Lucia”, la cui rilettura si basa sul concetto di “gesto” con le dita che si rincorrono in modo naturale sulla tastiera seguendo il fluire dell’ispirazione, e la Pizzica di San Vito, dedicata all’indimenticato Giandomenico Caramia, e che si caratterizza per la particolarità della struttura che segue una immaginaria sceneggiatura sonora con cinque parti che si alternano. Suggella il disco la bella riproposizione di Luna Otrantina di Daniele Durante, le cui atmosfere notturne richiamano lo splendido cielo stellato salentino. Admir Shkurtaj con Mesimér ha dato vita ad un disco fascinoso ed originale da cui traspare non solo tutto il suo percorso musicale, ma anche la sua ricerca tra il suoni della musica contemporanea e del jazz.
                                                                                                                                                                   

Io cucinerò.

Un abbraccio.

Con sapore,
Biso

info e prenotazioni:
info@cucinameridiana.com
info@teatrokoreja.it
tel. : +39.0832.242000
+39.0832.240752


Vorremmo fossero esperienze collettive e per questo vi chiediamo una ritualità che comincia dalla puntualità: è un cammino che vogliamo fare insieme partendo ogni volta alle 20:30. E vi chiediamo di darci una mano nell’organizzazione prenotando per tempo entro sabato 20 aprile.
Cena/atto creativo: euro 25,00 a persona.
Numero massimo partecipanti 40 persone.




a cura di:
Cucina Meridiana
www.cucinameridiana.com
fb: cucina meridiana

in collaborazione con:
Cantieri Teatrali Koreja
Via G. Dorso, 70 - Lecce
www.teatrokoreja.it
fb: cantieriteatralikoreja

martedì 26 marzo 2013

fuoco nomade 2013: chelidonismata



Ho piedi resi ciechi dall’asfalto. Cuore irrancidito dall’abitudine. Mani che vogliono uscire a camminare. | Camminare. Nomade. |
Nomade è chi ha pozzi cui convergere e da cui partire. Pozzi raggiunti solo per essere lasciati. |

Camminare è nomade. | Un piede guida l’altro. Il cuore prende il ritmo e il respiro si accorda. |
La memoria e le fantasie si fanno spazio, si mescolano e si dissolvono poco fuori dal naso. Lo stomaco sputa veleni e incamera pensieri.

| I polmoni vogliono avere territori, non città. | Fino a che si fa sera e i reni si adagiano intorno ad un fuoco. Lingue di voci in compagnia di altre voci. |
Voci che all’alba annusano l’aria in cerca di un altro pozzo. |

Sarà cibo, saranno incontri. |
Sarà racconto. Musica. Segno. Voce. Gesto.
Sarà una messa a fuoco in movimento. | Sarà un fuoco nomade: ogni anno un fuoco per un territorio nuovo. |
Alla ricerca di pozzi che determinano sentieri; fuochi che facciano esistere altri territori. |
Pozzi o fuochi da raggiungere e in cui sostare ma solo per poi superarli. Per abitare territori.

| Per ridefinire incessantemente territori. |



La forma sarà quella di una cena che lasci aperto uno spazio per le incursioni dell’atto creativo dell’ospite. Ogni volta sapori, suoni, colori, profumi, consistenze nasceranno dall’incontro con un compagno di passeggiate diverso. Passeggiate reali. La speranza è quella di produrre nel dialogo e nella relazione un atto poetico unitario di cui essere tutti partecipi.
Un atto poetico in cui ci sia continuità tra sapori, gesti, segni, voci, suoni, consistenze, profumi.

Le cene/atto creativo verranno ospitate e apparecchiate nel foyer dei Cantieri Teatrali Koreja a Lecce.


Chelidonismata – il canto delle rondini
Territorio: processo, attimo
secondo incontro di fuoco nomade 2013

Enza Pagliara e il coro della tavola (voci)

Antongiulio Galeandro (suoni)
Biso (sapori)

presso Foyer dei Cantieri Teatrali Koreja, Lecce
martedì 26 marzo, ore 20:30



Avviso ai partecipanti: lunedì 25 marzo Enza Pagliara ci invita tutti a partecipare al suo laboratorio di canto per preparare “il coro della tavola” che sarà parte centrale per l’atto creativo del 26. è gratuito e si svolgerà presso i Cantieri Teatrali Koreja. Vi invitiamo a non mancare.




Enza Pagliara è tra le più conosciute interpreti a livello internazionale di musica di tradizione salentina, grazie a una fitta attività discografica e concertistica e alle collaborazioni con ensemble come Assurd e Orchestra Notte della Taranta. Nata a Torchiarolo, paese al confine tra le province di Brindisi e Lecce, la cantante ha saputo portare con rispetto la cultura musicale della propria terra oltre il naturale contesto sociale e familiare dove, per trasmissione diretta, l'ha spontaneamente appresa. Da quindici anni canta sui palchi del mondo intero, dalla Cina al Brasile, le arie della cultura popolare del Salento, fatta di canti epico-lirici, leggende, serenate, dialoghi improvvisati in forma di stornelli, invocazione di santi per le guarigioni.



Ma non è il curriculum che ci interesserà il 26 marzo.

Anche questa volta quello che più ci interessa è la ricerca di domande che cercheremo di condividere con lei. E scopriremo Enza esprimere le domande che addensano la sua voce attraverso un repertorio che va al di là della tradizione salentina .






Ci accompagnerà in questa passeggiata anche Antongiulio Galeandro, fisarmonicista, polistrumentista e compositore.  Autore di colonne sonore per i films Radio Egnatia di Davide Barletti (2008); Fine Pena Mai di Davide Barletti e Lorenzo Conte, (2008 classic srl paradise film verdeoro); Non C'era Nessuna Signora a Quel Tavolo di Davide Barletti e Lorenzo Conte (2010 fluid Produzioni e Mediateca del Mediterraneo Produzioni) ; Un ritratto di Ettore Scola di Davide Barletti e Lorenzo Conte (2012 Raieducational, Raistoria); Il debito della democrazia di Davide Barletti (2012 fluid produzioni); Theo Angelopoulos, Il poeta del Tempo di Davide Barletti e Edoardo Cicchetti, (2012 Fluid Produzioni). Autore di musica per danza contemporanea: Passo Continuo 2003 coreografia di Mauro Bigonzetti – Aterballetto Reggio Emilia; Canto di Orfeo, 2012 musiche di Galeandro A. Vetrone C. Coreografia di Mauro Bigonzetti - Aterballetto Reggio Emilia Pietra Viva, 2012 coreografie di M. Bigonzetti- Gauthier Dance Stuttgart ; Orecchiette – Whats a wonderful world, 2008 di Giuseppe Ciciriello, Enrico Messina e Micaela Sapienza - Armamaxa Teatro. Ha collaborato con Mimo Danza Alternativa di Roma per le coreografie di Aurelio Gatti, e con la Companhia Nacional de Bailado di Lisbona. Ha suonato ed inciso con Quintetto X, Folkabbestia,  Al Darawish, Zamballarana(Corsica, Francia), Fanfara Populara, Enza Pagliara, Raffaella Aprile. Collabora col centro "Casamusicale" di Pigna (Corsica), Francia.











Io cucinerò.

Un abbraccio.

Con sapore,
Biso





info e prenotazioni:
info@cucinameridiana.com
info@teatrokoreja.it
tel. : +39.0832.242000
+39.0832.240752


Vorremmo fossero esperienze collettive e per questo vi chiediamo una ritualità che comincia dalla puntualità: è un cammino che vogliamo fare insieme partendo ogni volta alle 20:30. E vi chiediamo di darci una mano nell’organizzazione prenotando per tempo entro sabato 23 marzo.
Cena/atto creativo: euro 25,00 a persona.
Numero massimo partecipanti 40 persone.

Prossime cene/atto creativo  in programma:


martedì 23 aprile, ore 21:30. Foyer dei Cantieri Teatrali Koreja, Lecce
La lettera bucata
Territorio: causalità, simultaneità

Admir Shkurtaj (piano, fisarmonica, oggetti, suoni)
Biso (sapori)



a cura di:
Cucina Meridiana
www.cucinameridiana.com
fb: cucina meridiana

in collaborazione con:
Cantieri Teatrali Koreja
Via G. Dorso, 70 - Lecce
www.teatrokoreja.it
fb: cantieriteatralikoreja

martedì 26 febbraio 2013

fuoco nomade 2013 - le vie dei canti







Ho piedi resi ciechi dall’asfalto. Cuore irrancidito dall’abitudine. Mani che vogliono uscire a camminare. | Camminare. Nomade. |
Nomade è chi ha pozzi cui convergere e da cui partire. Pozzi raggiunti solo per essere lasciati. |

Camminare è nomade. | Un piede guida l’altro. Il cuore prende il ritmo e il respiro si accorda. |
La memoria e le fantasie si fanno spazio, si mescolano e si dissolvono poco fuori dal naso. Lo stomaco sputa veleni e incamera pensieri.

| I polmoni vogliono avere territori, non città. | Fino a che si fa sera e i reni si adagiano intorno ad un fuoco. Lingue di voci in compagnia di altre voci. |
Voci che all’alba annusano l’aria in cerca di un altro pozzo. |

Sarà cibo, saranno incontri. |
Sarà racconto. Musica. Segno. Voce. Gesto.
Sarà una messa a fuoco in movimento. | Sarà un fuoco nomade: ogni anno un fuoco per un territorio nuovo. |
Alla ricerca di pozzi che determinano sentieri; fuochi che facciano esistere altri territori. |
Pozzi o fuochi da raggiungere e in cui sostare ma solo per poi superarli. Per abitare territori.

| Per ridefinire incessantemente territori. |





La forma sarà quella di una cena che lasci aperto uno spazio per le incursioni dell’atto creativo dell’ospite. Ogni volta sapori, suoni, colori, profumi, consistenze nasceranno dall’incontro con un compagno di passeggiate diverso. Passeggiate reali. La speranza è quella di produrre nel dialogo e nella relazione un atto poetico unitario di cui essere tutti partecipi.
Un atto poetico in cui ci sia continuità tra sapori, gesti, segni, voci, suoni, consistenze, profumi.

Le cene/atto creativo verranno ospitate e apparecchiate nel foyer dei Cantieri Teatrali Koreja a Lecce.


Le vie dei canti
Territorio: estensione, durata
primo incontro di fuoco nomade 2013

Italo Chiodi
(segni e parole)
Biso (sapori)

presso foyer dei Cantieri Teatrali Koreja, Lecce
martedì 26 febbraio, ore 21:30



Italo  Chiodi é nato nel ‘61 a Villa d'Ogna (Bg).
Vive e lavora a Bergamo.
Ha insegnato in diverse Accademie italiane, compresa quella di Lecce.
Oggi insegna disegno presso l'Accademia di Brera (Mi) e sta portando avanti un dottorato  di ricerca presso l’università di Belle Arti di Granada, Spagna.
Dal 1986 la sua attività artistica lo ha portato a fare mostre ed esperienze in diverse parti d'Italia e all'estero.
Ma non è il curriculum che ci interesserà il 26 febbraio
http://www.italochiodi.net/flash_ic/italochiodi.html

Piuttosto è la ricerca di domande che cercheremo di condividere con lui.

http://video.corriere.it/leggere-segno/109412

http://www.youtube.com/watch?v=ym8VlvSjOcE


Io cucinerò.

Un abbraccio.

Con sapore,
Biso

info e prenotazioni:
info@cucinameridiana.com
info@teatrokoreja.it
tel. : +39.0832.242000
+39.0832.240752


Vorremmo fossero esperienze collettive e per questo vi chiediamo una ritualità che comincia dalla puntualità: è un cammino che vogliamo fare insieme partendo ogni volta alle 21:30. E vi chiediamo di darci una mano nell’organizzazione prenotando per tempo entro lunedì 25 febbraio.
Cena/atto creativo: euro 25,00 a persona.
Numero massimo partecipanti 40 persone.

Prossime cene/atto creativo  in programma:

martedì 26 marzo, ore 21:30. Foyer dei Cantieri Teatrali Koreja, Lecce
Chelìdonismata
Il canto delle rondini
Territorio: processo, attimo

Enza Pagliara e il suo coro
(voci)
Biso (sapori)

martedì 23 aprile, ore 21:30. Foyer dei Cantieri Teatrali Koreja, Lecce
La lettera bucata
Territorio: causalità, simultaneità

Admir Shkurtaj (piano, fisarmonica, oggetti, suoni)
Biso (sapori)



a cura di:
Cucina Meridiana
www.cucinameridiana.com
fb: cucina meridiana

in collaborazione con:
Cantieri Teatrali Koreja
Via G. Dorso, 70 - Lecce
www.teatrokoreja.it
fb: cantieriteatralikoreja




martedì 1 gennaio 2013

pentatonica 2013









La pentatonica nel frigo 2012-2013
« incontri casa-casa tra uomini ai fornelli»


Ci incontreremo per cucinare. e allo stesso modo cucineremo per incontrare.

Incontreremo dei personaggi familiari ma non conosciuti. Proveremo a trarre confidenza e consapevolezza da questi incontri.
E allora innanzitutto e per cominciare incontreremo il cuoco: hai mai pensato sino in fondo a chi è? hai mai osservato le sue mani? hai mai pensato al cuoco come ad un abitante di confini ?
Poi sarà la volta de la Tradizione, de gli Ingredienti, de gli Ospiti, de le Manicheproducono. Tutti personaggi che risuonano familiari, ma di cui, se ci pensi bene, non sei veramente intimo. Ci lasceremo guidare da questi incontri per creare convivialità.

Tutto questo lo faremo cucinando e cominciando ad abitare le prime pieghe di quel piano creativo che è il cucinare. Condividere convivialmente le tecniche necessarie a poter - in ogni occasione, in ogni cucina, per ogni intuizione - essere capaci cucinando di creare convivialità, comunicare un'emozione, stimolare pensiero, suscitare stupore, generare dubbi.
Solleticare il gusto. È questione di domande, non di risposte.
Tutto ovviamente, sempre, con sapore.
 
Gli incontri si svolgeranno a rotazione nella cucina dei partecipanti con inizio alle ore 16:00 puntuali (in modo da metterci a tavola tranquillamente tra le 21:00 e le 21:30). Chi tra noi sarà incaricato di mettere a disposizione la cucina - l'oste -, dovrà anche occuparsi di preparare una piccola colonna sonora che accompagni e permei l'incontro: la musica spesso in cucina crea fili a cui sospende tracce.
Io e l'oste ci occuperemo insieme - al mattino -  di andare a comprare gli ingredienti necessari cercando il più possibile di fare riferimento a produttori locali che perseguano una agricoltura/allevamento biologico, ecosostenibile ed etico. In questo modo ci daremo l'occasione di mettere in comune ed in rete i produttori di cui noi singolarmente ci fidiamo (quella che si chiama certificazione partecipata). Anche questo sarà un tesoro caro che ci porteremo dietro alla fine del ciclo dei nostri incontri. È questione di domande, non di risposte.
Nel caso l'oste sia impossibilitato per motivi personali a partecipare alla spesa, me ne occuperò direttamente io facendo riferimento per quanto possibile all'Azienda Agricola Biologica Piccapane di Cutrofiano.

Per quanto riguarda le ricette, io avrò un percorso e tracce di massima che ci guideranno inizialmente: gli incontri, poi, saranno il luogo dove potranno nascere divagazioni ed esigenze da cui trarre ispirazione per la cucina dell’incontro successivo. Possiamo cominciare il primo incontro preparando un menù fatto di due portate. Poi a partire dal secondo incontro decidere se aggiungere una portata e fare un menù completo. Con il naso sempre rivolto alla stagione e alle persone.

Ad ogni incontro inviterò alla tavola anche una persona con cui compartiremo il cibo e con cui proveremo a condividere e aprire storie, vite, manualità, mestiere. Proveremo ad abitare luoghi comuni. Proveremo a interrogare abitudini. Con cui proveremo a non chiudere il cerchio: è questione di domande, non di risposte.

Per quanto riguarda i costi, abbiamo stabilito 15,00 € ad incontro più il contributo per la spesa.
Ogni gruppo per ragioni di praticità non sarà composto da più di 6 persone.

L’attrezzatura da cucina sarà messa a disposizione dall’oste tenendo conto del fatto che io comunque arriverò con la mia piccola cucina mobile al seguito.

Vi abbraccio

Con sapore,
Biso


Calendario degli incontri a partire da Gennaio (date da stabilire in base alle disponibilità):

I° incontro:
Chi è il Cuoco

II° incontro:
Chi è la Tradizione

III° incontro:
Chi sono gli Ingredienti

IV° incontro
Chi sono gli Ospiti

V° incontro
Chi sono le Manicheproducono

VI° incontro: tavola della convivialità
Cucineremo tutti insieme un pasto per gli amici e per chi avrà piacere di condividere